Il Santo della porta accanto

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Dodici migranti e richiedenti asilo ospitati negli Sprar palermitani diventano attori per un giorno. Lo spettacolo “Vade retro – La riscossa dei poveri diavoli”, scritto e diretto da Martino Lo Cascio, tenutosi il 3 marzo 2016 al Teatro Lelio di Palermo è stato offerto gratuitamente alla cittadinanza. Tra i graditi spettatori abbiamo avuto il Sindaco Leoluca Orlando e il Presidente della Consulta delle Culture, Adham Darawsha.

Lo spettacolo è il momento conclusivo del progetto “Il Santo della porta accanto – San Benedetto e i migranti” nel quale i migranti hanno partecipato ad un workshop teatrale, coadiuvato dagli stessi soci di NOTTEDORO.

La locandina dell'evento
La locandina dell’evento

L’obiettivo è stato quello di usare l’arte per trasformare la difficoltà d’integrazione, i sentimenti di bassa autostima e la scarsa possibilità di incidere nella sfera pubblica dei migranti in una forma di riscatto sociale. Un progetto che ha influito positivamente sulle potenzialità d’integrazione dei migranti garantendo il reciproco arricchimento culturale con la comunità locale. In questa prospettiva la storia di San Benedetto il Moro diventa l’inusuale cerniera tra i giovani migranti e la città: un santo africano, figlio di schiavi etiopi liberati, venerato in tutto il mondo e che a Palermo è, insieme a Santa Rosalia, patrono della città. E che forse aveva bisogno proprio della spinta di un gruppo di migranti per essere riconsegnato alla memoria dei palermitani.

I protagonisti del progetto sono per lo più provenienti dagli Sprar di Palermo, il sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifiugiati. Sono tutti giovanissimi, di un’età che va dai 20 ai 24 anni, e provengono da Nigeria, Senegal, Eritrea, Iran e poi migranti dalle Mauritius e Romania. “Nessuno di loro – spiega il presidente dell’associazione Nottedoro, Martino Lo Cascio – ha mai fatto teatro, né tanto meno è stato spettatore di eventi teatrali. E’ dunque un’esperienza faticosa ma entusiasmante. San Benedetto pare abbia fatto l’ennesimo miracolo, riattivando energie sopite fino al culmine della performance che il pubblico ha molto apprezzato. Non ci sono stati vuoti di memoria o defaillance. Ma ciò che più conta è avere accolto con un gesto concreto la loro fraterna umanità”.

Il breve workshop teatrale si è svolto per due mesi ed un paio di volte a settimana nei locali di Santa Chiara e di Casa san Francesco. Qui i giovani “attori” hanno iniziato a sviluppare gli elementi teatrali di base esercizi individuali e di gruppo (rapporto con lo spazio, e con il personaggio), avvicinandosi anche alla stessa storia di San Benedetto, Santo molto noto in varie parti del mondo.

Al workshop teatrale ha contribuito il Comune di Palermo, Assessorato alla Cultura mentre lo spettacolo è stato supportato dall’Università di Palermo.

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